Memoria collettiva: appunti di viaggio

Il freddo sole di febbraio non scaccia via immagini e sensazioni di un viaggio della memoria troppo forte per poter prendere una forma razionale, logica e ordinata su di un foglio bianco.

Scrivo di ritorno da Cracovia dove, grazie alla comunità viaggiante del Treno della memoria, dell’associazione Terra del Fuoco Mediterranea e del supporto di ARCI Brindisi, altre 350 vite si sono mischiate alla mia. Altre storie, altri mondi. È un bilancio bonario perché neanche la precisione di un calcolo aritmetico oggi potrebbe esprimere verità assolute ma, in fondo, questo è un viaggio contro la legge dei grandi numeri. Ho scelto di vivere nuovamente l’esperienza del treno della memoria accompagnando studenti e studentesse nei luoghi teatro di ingiustizie e atrocità allo scopo di scardinare dalla mia/loro mente – almeno per qualche istante – la Storia dalla “S” maiuscola per spostare l’attenzione – ancora una volta – sulle singole vite. Su vittime, carnefici e indifferenti.

Anche questa volta metabolizzo lentamente fatti storici a me già noti ma è giusto così; è giusto dar spazio alla complessità degli eventi che hanno preceduto e condotto ad Auschwitz. Ѐ doveroso porsi domande precise e faticose per prendere coscienza che il Male non nasce dal nulla, non si manifesta sporadicamente e che i meccanismi di rivalsa ed esaltazione di una classe verso un’altra sono l’anticamera dei capitoli più oscuri scritti nel tempo. E allora questo sfogo non vuole sottolineare la gravità dei fatti. Non aggiunge una riflessione storica e precisa della brutalità degli eventi. Non rivendica lo strazio delle vittime ma, semplicemente, vuole essere un mio personale promemoria prima di essere inghiottito nuovamente dalla routine quotidiana. È una spia pronta – spero – ad accendersi nei momenti di scelta. Perché sì, ogni giorno scegliamo. Ogni giorno scegliamo da che parte stare. Ogni giorno scegliamo di subire, assecondare o ignorare ciò che ci circonda.

Su questo tema ci si è confrontati con una comunità fatta da studenti provenienti da tutta la Puglia con storie e bagagli culturali diversi. Abbiamo ascoltato i loro dubbi, le loro curiosità. Abbiamo tentato di provocare le loro/nostre sicurezze invitando loro a non fermarsi alle nostre risposte, a contestarle e ad approfondirle. Abbiamo lasciato che si confrontassero, raccontassero i propri timori e le proprie insicurezze e, man mano, abbiamo visto crescere un gruppo. Abbiamo visto mani stringersi e vite abbracciarsi nei momenti più intensi e, di ritorno da questo viaggio, abbiamo visto una comunità forte e pronta a decidere da che parte stare in un momento storico nel quale si ritorna a promuovere con convinzione la costruzione di muri come unica soluzione a problemi umanitari.

Mai come oggi mi pare chiaro lo sforzo e l’impegno del Treno della Memoria e dell’associazione Terra del Fuoco Mediterranea impegnate, come tante altre realtà, a valorizzare e dar spazio al ruolo della memoria come monito futuro per evitare di ripetere gli orrori del passato. Mai come oggi mi pare chiaro lo sforzo e l’impegno di ARCI Brindisi che, quotidianamente, continua a lavorare sul territorio provinciale per difendere il valore della multiculturalità e che, inevitabilmente, non poteva che sostenere il viaggio della memoria. 

Nicola Giulivo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *