CI SONO ‘NO’ CHE GUARDANO AL FUTURO

Appuntamenti di sabato 26 novembre prossimo a Foggia:

Ore 11,15: Conferenza stampa del Professore di Diritto Costituzionale (Univ. “Federico II di Napoli”), Massimo Villone presso la Sala Giunta di Palazzo Dogana a Foggia

Ore 17,00: Incontro “CI SONO ‘NO’ CHE GUARDANO AL FUTURO” con Gianni Mongelli (già Sindaco di Foggia), Francesco Bonito (Magistrato) ed il prof. Massimo Villone. Sala del Tribunale di Palazzo Dogana.

Siamo tutti invitati a partecipare!!! 

L’ARCI vota no:

Perché questa riforma diminuisce la possibilità dei cittadini di dire la loro. 

Non siamo ‘innamorati’ del bicameralismo perfetto, ma non possiamo accettare di NON poter eleggere i senatori che saranno nominati tra i consiglieri regionali e i sindaci non si sa come, non si sa quando.

Portare da 50 mila a 150 mila il numero di firme necessario per presentare leggi di iniziativa popolare e rimandarne la discussione a successivi regolamenti parlamentari rischia di rendere vano un importante strumento di partecipazione per i cittadini.

Perché questa riforma allontana i cittadini dalle politiche regionali e dalla gestione del territorio.

Riportare tra le competenze esclusive dello Stato molti ambiti dei quali prima si occupavano le Regioni rischia di allontanare i cittadini dagli enti regione e dalle loro scelte. 

La proposta è confusa e rischia di produrre maggiori contenziosi tra Stato e Regioni rallentando gli iter normativi. Non è chiaro come funzioneranno e cosa faranno gli “enti di area vasta”, che sostituiscono di fatto le Provincie, le quali verranno definitivamente abolite.

Perché questa riforma rischia di marginalizzare il ruolo delle opposizioni e allontanare i cittadini dal voto.

L’elezione dei Presidenti della Repubblica, l’elezione di un terzo dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura, la dichiarazione di guerra, l’approvazione della legge di amnistia e indulto rischiano di essere decise solo dal partito che vincerà le elezioni anche per colpa della legge elettorale “Italicum”.

L’abnorme premio di maggioranza e i capolista bloccati, nominati dalle leadership dei partiti, determinano un sistema iper-maggioritario che non ci piace.

Perché questa riforma è nata male!

Anche a noi sarebbe piaciuto migliorare la nostra Costituzione ma la riforma proposta la rende più confusa, non più efficace, diminuisce di pochissimo i costi della politica a fronte di una preoccupante diminuzione del pluralismo e del protagonismo dei cittadini.

Avremmo voluto che la riforma fosse il frutto di un percorso più condiviso, meno conflittuale, più coerente con in valori della carta costituzionale nata dalla Resistenza. 

NON MANCHIAMO!!!

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