Alcuni principi base dell’Educazione Popolare

“Siamo una comunità aperta e organizzata in rete nazionale…

La cultura e le sue numerose declinazioni, l’educazione popolare e le tante opportunità

che ne derivano, la socialità e la ricreazione, hanno rappresentato e rappresentano la

forza e l’agire del nostro tessuto associativo.

La promozione dei diritti culturali, la necessità di investire nelle capacità creative delle

persone, il rafforzamento del dialogo interculturale, le vertenze per ampliare l’accesso alla

conoscenza, l’impegno per riconoscere alle politiche culturali un ruolo primario per lo

sviluppo, sono tra le nostre priorità…”

(da “Il valore dell’associazionismo ai tempi della crisi” – temi per la discussione congressuale 2014)

 

 

Come l’Arci promuove l’educazione popolare:

L’ Educazione Popolare è un progetto educativo che risponde alle aspirazioni, agli interessi, alla formazione delle persone indipendentemente che siano ragazzi, adulti o anziani.

Le attività di Educazione Popolare comprendono corsi, seminari, laboratori, workshop e conferenze: tutti strumenti utili per realizzare un progetto educativo non di tipo formale: ne’ scolastico ne’ orientato al mondo del lavoro e della competizione. Investendo in modo costruttivo e stimolante il tempo libero dei Soci Arci, i corsi sono occasione di sviluppo delle capacità e potenzialità creative, manuali ed espressive, sono spazi di riflessione, condivisione e socializzazione, opportunità di benessere e di crescita personale. Le attività vengono programmate in modo che siano gratuite, finanziate da progetti con enti locali o sovranazionali, o che abbiano costi assolutamente sostenibili per i fruitori per sostenere la diffusione di un Sapere plurale e la difesa del diritto alla Cultura di tutti e per tutti, affinché ogni giorno si possa diventare cittadini sempre più consapevoli, attivi protagonisti del proprio presente e di un futuro migliore. Nel desolante scenario di regressione culturale e deterioramento sociale che ha caratterizzato il nostro Paese negli ultimi vent’anni, le attività di Educazione Popolare sono un’ opportunità di rilancio sia per quelle basi associative che attualmente stanno attraversando situazioni di criticità dovute all’invecchiamento del corpo sociale, allo scarso ricambio generazionale, alla “staticità” della proposta di attività socioculturali che per i nuovi Soci, ai quali troppo spesso, nell’attuale contesto sociale, viene impedita la valorizzazione delle proprie capacità intellettive e creative.

Radici storiche ed ideologiche dell’Educazione Popolare, una questione di metodo:

Secondo Paulo Freire l’ Educazione Popolare si contrappone all’educazione formale.

Quest’ultima concepisce i partecipanti del processo educativo come contenitori che possono essere riempiti di conoscenze, spesso con una pratica autoritaria e di passaggio unilaterale di conoscenze che non prevede azioni di riflessione o critica costruttiva.

L’Educazione Popolare o liberatrice, invece, è uno spazio aperto al dialogo, l’incontro e la riflessione. Tramite il superamento della contraddizione educatore-educando, nessuno educa nessuno ma tutti si auto-educano e creano conoscenze di base e collettive.

 

 

Alcuni principi base dell’Educazione Popolare secondo Paulo Freire

A cura di Russel Newton

1) Ogni essere umano è un essere imminente, non finito, non terminato, incompiuto. L’azione degli esseri umani sul mondo non solo cambia il mondo ma cambia anche i soggetti di tale azione.

2) L’essere umano è un essere di relazione. Uomini e donne cambiano il mondo per renderlo più adeguato alle proprie necessità.

3) Tutti sanno. In ogni persona esiste un sapere, sempre diverso dai saperi altrui.

4) L’essere umano è un essere fatto per il dialogo. Per dialogare è necessario rispettare, per cui non esiste dialogo quando c’è imposizione e manipolazione, cose che impediscono la partecipazione cosciente e critica.

5) La coscienza umana avviene nella pratica. E’ l’analisi pratica dell’azione che genera la conoscenza e la coscienza.

6) La vocazione dell’essere umano è di essere soggetto storico. L’azione e la lotta collettiva dei popoli producono le trasformazioni. Avendo chiaro questo, l’educando si rende conto che anche lui può trasformare le proprie condizioni di vita.

7) L’educazione è un atto politico. E’ impossibile un’educazione che piaccia a tutti, perché ci saranno sempre interessi opposti e contraddittori.

8) E’ a partire dalla realtà che inizia ogni pratica educativa. Dobbiamo partire dai fatti concreti e dalla realtà delle persone e della società. Accettare e assumere questa realtà per tornare ad esse con una comprensione più ampia.

9) La cittadinanza è una conquista storica. E’ necessario diventare cittadino attraverso l’esercizio dei diritti e dei doveri sociali e politici.

10) L’educazione come strumento di trasformazione. L’educazione deve servire come strumenti di trasformazione dello stato delle cose, lavorando per l’umanizzazione degli esseri umani.

11) Valorizzare la cultura degli educandi. Il lavoro dell’educazione deve valorizzare il sapere, l’esperienza, il modo di intendere a vita, di sperimentare le relazioni familiari, sociali e politiche dell’educando. A partire da questo approfondire la conoscenza della realtà creando in tal modo nuove conoscenze e nuove pratiche.

 

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