Attenzione: questo non è un messaggio di solidarietà.
Non è questo che serve ai nostri Circoli sottoposti, in questi giorni come in tanti altri, ad attacchi tanto violenti quanto incomprensibili.
Quando si opera nel campo dei diritti, quando con abnegazione quotidiana, dai piccoli centri sino ai capoluoghi della nostra accogliente Regione ci si adopera per ampliarne l’accesso a tutti, senza distinzione di orientamenti e provenienze si sa già, infatti, di correre il serio rischio di incappare nelle maglie dell’incompresione quando non della subdola e meschina ostilità.
Alle azioni corrispondono reazioni, lo sappiamo bene e lo sappiamo da tempo. Comprendiamo anche che ce ne siano di uguali e contrarie: è il bello di quel vivere comune che da queste parti ci siamo creati dopo il 25 aprile 1945.
Due cose invece, proprio non riusciremo mai a capire.
La prima: l’infantile, immotivata, pericolosa sproporzione di certe reazioni.
La seconda: la pavida, sciatta, deplorevole sottovalutazione del rischio di paurosi rewind di un terribile passato che fu.
A Monopoli basta esprimere attraverso un Circolo ARCI le proprie opinioni per vedere la propria sede imbrattata di letame e ornata di insulti a spray.
A Palagiano basta iscrivere ad un torneo di calcio una squadra di richiedenti asilo per passare dall’agonismo agli insulti più beceri di quelli che costringono al ritiro dalla competizione.
Nel primo caso parte della politica e delle istituzioni derubricano il tutto ad atto di vandalismo.
Nel secondo caso c’è chi punta il dito sulla condotta disciplinare in campo dei focosi africani.
Scusate, ma a questo non ci rassegniamo.
Attenzione, questo non è un messaggio di solidarietà ma un memorandum per tutti: stiamo imboccando una strada pericolosa che ci allontana dalla vocazione di accoglienza che contraddistingue da millenni questa terra e ci avvicina al baratro.
Non chiediamo a nessuno di pensarla come noi o di plaudire necessariamente agli sforzi che compiamo; i nostri Circoli, a Palagiano, a Monopoli e in altri 120 posti in Puglia sono comunque aperti, anche senza applausi, a chiunque voglia farne parte.
Chiediamo però a tutti di condividere dei limiti oltre i quali non camminare, come le strisce gialle vicino ai binari. Limiti, magari, già segnati dalle leggi della Repubblica oltre che del buon senso.
In caso contrario, ci indigneremo e non in silenzio.
Non saremo in pochi, con buona pace di chi sottovaluta il problema.
Davide Giove
Presidente Regionale ARCI Puglia
Anna Caputo
Resp. Regionale Immigrazione e Asilo ARCI Puglia