Taranto, 20 Aprile 2015.
Non è possibile continuare ad assistere, senza fare nulla, alle tragedie che si susseguono nel Mediterraneo. Il flusso di migranti non si fermerà né dinanzi alle vessazioni dei trafficanti di morte né di fronte ai pericoli di traversate su barconi stracolmi e insicuri. Chi ha sofferto in modo indicibile la fame, la tortura,la guerra, chi ha assistito alla morte dei propri familiari, non si farà fermare da nulla.
Di ciò che sta accadendo nel Mar Mediterraneo ci sono responsabilità precise che ricadono sull’Italia e sull’Europa, nelle scelte compiute dalle istituzioni italiane ed europee, che continuano a perseguire politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere e che, con Triton, hanno deciso di mettere in campo un’operazione finalizzata al solo controllo, anziché allargare a tutto il Mediterraneo un’azione di ricerca e salvataggio, quale è stata Mare nostrum, che ha consentito a tante persone di essere messe in salvo.
L’ARCI, in Puglia, gestisce 67 progetti destinati alle categorie ordinarie (singoli/e, nuclei monoparentali, nuclei familiari) , 8 progetti per minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo e 1 progetto per le persone con disagio mentale. In tutto1782 posti. Abbiamo risposto anche alle richieste per attivare posti per la prima accoglienza, nonostante la nostra contrarietà ad avere sistemi paralleli e difformi. Anche in questo caso, come per l’ex Emergenza Nord Africa, molti comitati hanno risposto prontamente alla richiesta di disponibilità ponendo però condizioni precise: il modello di riferimento è quello della accoglienza, tutela e integrazione e non sono i CARA..
L’idea è che non si debbano costruire ghetti, che accogliere le persone significhi sostenerle fin dal primo momento in un percorso di inclusione sociale e di autonomia. Ci siamo impegnati su questo terreno convinti che la tutela dei diritti vada accompagnata da azioni concrete, da proposte che vanno condivise con le persone interessate. Abbiamo promosso per primi l’idea di una rete diffusa di piccoli centri di accoglienza all’interno del tessuto urbano, quasi sempre in appartamenti. Nella nostra ed in altre province insieme ad altre associazioni non abbiamo accettato di accogliere nessuno , neanche per pochi giorni, in strutture inadeguate( palazzetti, capannoni, ma anche alberghi situati in luoghi lontani da paesi e servizi riaperti per l’occasione).
Per questo ed in piena coscienza ci sentiamo di denunciare il business scandaloso che sta dietro all’accoglienza, dove cooperative e associazioni nate solo a questo scopo lucrano sulla pelle di poveri disperati e buttano discredito anche su chi gestisce in modo serio e trasparente soldi dello Stato e vite umane.
L’ARCI chiede al Governo Italiano di attuare un controllo serio e continuo delle strutture di accoglienza, di ripristinare immediatamente Mare Nostrum e che, a livello legislativo, si prevedano nello Sprar dei posti dedicati alla prima accoglienza, dove fermarsi per non più di due mesi. Posti che devono essere facilmente raggiungibili grazie a un servizio di trasporti, di cui si deve far carico lo Stato, che dai luoghi di approdo trasferisca subito le persone in luoghi sicuri e dignitosi.
Ma l’Italia non può affrontare tutto questo da sola. L’Europa deve prendere atto della situazione e abbandonare la sua politica di mero controllo delle frontiere e di allontanamento del problema.
Gli Stati Europei devono sentirsi obbligati ad aiutarci nel soccorso e nell’accoglienza dei richiedenti asilo e protezione e finalmente si decida di accogliere la richiesta dell’apertura di canali di ingresso umanitari, offrendo vie sicure di fuga a chi scappa da guerre e violenze.