Contributo alla stesura del Documento Politico per il Puglia Pride 2014.
Tu vivresti senza ossigeno?
In una società civile essere persone riconosciute giuridicamente è pari al poter respirare aria pura.
Prova ad immaginare di vivere in un luogo senz’aria non sarebbe possibile. Chi è costrett* a vivere al margine di una società che non tutela la propria libertà di essere, vive un’esistenza priva di vita.
Da troppo tempo la società ha disatteso l’impegno di riconoscere piena cittadinanza a tutte quelle persone che, pur avendo le stesse emozioni e gli stessi doveri, vengono escluse dalla partecipazione sociale e politica del nostro Paese. Noi siamo parte della società, la quale, però, non ci tutela al pari delle altre cittadine e degli altri cittadini.
La Puglia è chiamata in piazza, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Chi intende lottare per l’uguaglianza sociale contro le discriminazioni di ogni genere, non può prescindere dal sentire come propria la causa LGBTQIEAZ+* (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Queer, Intersessuali, Eterosessuali, Asessuali, A – Z per includere tutte le possibili forme identitarie non considerate nella sigla, + comunità sierocoinvolta, * per promuovere una cultura ed un linguaggio inclusivi di ogni genere), da qui Comunità Arcobaleno.
“Il miglior modo di combattere per i propri diritti, è combattere per i diritti degli altri” (Cit. Aldo Busi).
Noi siamo Tante, Tanti, Tant* persone. Vogliamo cambiare una società che non accetta le differenze sessuali. Rivendichiamo la dignità, il diritto ad essere felici attraverso il Pride, manifestazione di civiltà, allegria e provocazione.
Noi recuperiamo con la visibilità:
• un’esistenza sociale
• un riconoscimento.
Quest* siamo noi, questo è il nostro Pride, e ciò che è nostro, è anche vostro, che siamo parte dello stesso mondo.
Vi chiediamo, anzitutto, di ascoltarci.
TUTTE LE NOSTRE RIVENDICAZIONI
La nostra richiesta è d’investire nella sensibilizzazione, in/formazione ed educazione sulle tematiche concernenti la Comunità Arcobaleno, allo scopo di costruire una società più accogliente e meno discrimi diritto a godere dei benefici economici e materiali derivanti dal legame con il genitore non biologico ed il diritto-dovere del genitore non biologico di prendersi cura dei figli.
PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA
Abolizione della legge 40 e parità di diritti all’accesso per tutti e tutte alla procreazione assistita.
LEGGE CONTRO L’OMOFOBIA LESBOFOBIA E TRANSFOBIA
Estensione della legge Mancino, che prevede le aggravanti penali per i crimini di odio, anche a protezione delle persone LGBTQIEAZ+* .
LEGGE SUL CAMBIO DI GENERE SESSUALE
Revisione della legge 164/82, affinché anche coloro che non desiderano o non possono sottoporsi agli interventi chirurgici di riassegnazione sessuale abbiano diritto al riconoscimento del sesso desiderato nei propri documenti di identità.
TRANSESSUALITÀ
Chiediamo che vengano sostenute e accolte le rivendicazioni della Comunità Transessuale nei modi e nei termini che questa riterrà opportuni, attraverso le proprie osservazioni.
Sia abrogato l’articolo 85 del Decreto 773 del 1931 sul camuffamento e mascheramento in pubblico.
Siano definiti ed attuati i protocolli per l’accertamento delle condizioni di rispetto dell’identità di genere per le persone sottoposte a provvedimenti restrittivi.
Siano avviate campagne di sensibilizzazione e informazione sulla transessualità.
INTERSESSUALITÀ
Chiediamo che si fermino le ri-assegnazioni chirurgiche del sesso fino a che la persona non abbia la facoltà di
esprimersi in merito e non sia in grado di dare il proprio consenso informato ad eventuali trattamenti.
In particolare, chiediamo, siano rispettate le Linee Guida Etiche per la gestione clinica di casi di Intersessualità salvaguardando il diritto dell’autodeterminazione del singolo.
LAVORO
La presenza di soggetti LGBTQIEAZ+* evidenzia l’anomalia e l’insufficienza di un welfare che non è universalistico e non garantisce di fatto a nessun individuo i mezze per autodeterminarsi, ma scarica su strutture collaterali la responsabilità di fornire strumenti di sostentamento alla cittadinanza.
Vogliamo che vengano messe in atto al più presto una riforma del welfare e del mercato del lavoro, che tenga conto delle esigenze di ogni cittadin*, garantendo un accesso universale al reddito e le condizioni materiali per potersi autodeterminare.
AUTOREGOLAMENTAZIONE PER LE MATERIE LGBTQIEAZ+*
Vogliamo che i professionisti dell’informazione definiscano e adottino un codice di autoregolamentazione per le materie LGBTQI come è stato già fatto per minori e minoranze etniche nelle Carte di Treviso e Roma.
Vogliamo che gli enti locali assicurino spazi e momenti di aggregazione, informazione e sensibilizzazione sulla cultura del mondo LGBTQI incentivando, anche attraverso stanziamenti economici, le diverse espressioni culturali. Vogliamo che Regioni e Comuni d’Italia garantiscano parità di condizioni riguardo gli interventi e i servizi attuati, per quanto di loro competenza, rimuovendo ogni discriminazione derivante dall’orientamento sessuale e identità di genere che comporti, quindi, l’impossibilità di accesso a una piena cittadinanza delle persone LGBTQI (con particolare riferimento alla Sanità, all’assistenza economica, all’assistenza abitativa).
Per quanto riguarda l’ambito della nostra Regione le nostre rivendicazioni sono:
SALUTE
Chiediamo di:
• riportare l’attenzione sull’HIV e le MTS (malattie a trasmissione sessuale) in genere, nonché porre rimedio alla completa assenza di educazione sessuale nelle scuole medie inferiori e superiori, mediante programmi di formazione specifici, anche in collaborazione con le ASL territoriali e le associazioni territoriali;
• favorire la distribuzione di test rapidi HIV, al fine di ottenere una sempre più precoce diagnosi e ridurre il rischio di diffusione delle MTS. È auspicabile che l’introduzione di test rapidi permetta un counseling community-based, raggiungendo così anche le sottopopolazioni più vulnerabili;
• estendere la copertura vaccinale gratuita per HPV (vaccino quadrivalente) agli MSM facenti richiesta, contribuendo così alla riduzione dei costi sanitari, migliorando la qualità di vita della popolazione e riducendo il numero di neoplasie;
• istituire la commissione regionale HIV/AIDS, che abbia una forte rappresentanza delle sottopopolazioni vulnerabili;
• promozione di progetti di tutela delle persone sieropositive, in particolare in ambito sanitario dove la discriminazione
su base HIV-fobica è molto più diffusa di quanto generalmente dichiarato.
ADESIONE RETE RE.A.DY
Le istituzioni territoriali, quali Regione, province, comuni e istituzioni ed organismi paritari aderiscano alla Rete
RE.A.DY, così come già fatto dal comune di Bari.
MIGRANTI
Chiediamo di creare un dialogo tra istituzioni, associazioni LGBTQIEAZ+* e istituzioni sociali che si occupano di immigrazione, affinché ci possa essere formazione reciproca per fornire un aiuto dedicato alle persone migranti facenti parte della Comunità Arcobaleno.
UNIVERSITÀ E SCUOLA
Chiediamo che gli Atenei e le Scuole Pugliesi rilevino e – tramite dichiarazioni ufficiali – condannino pubblicamente fenomeni di discriminazione Omo/Lesbo/Transfobica. Questo anche nell’ottica di una sostanziale equiparazione dei Centri Unitari di Garanzia, attuati sulla base dell’applicazione del DM 207, ai Comitati Pari Opportunità in merito alla trasversalità, molteplicità e intersettorialità dei fenomeni discriminatori.
Chiediamo pertanto che gli Atenei e le Scuole Pugliesi favoriscano piani di scambio di buone prassi al fine di facilitarne la condivisione relativamente alle avanguardie già adottate in altre università:
• organizzazione di corsi di formazione, per student*, docenti, personale tecnico – amministrativo in materia di orientamento sessuale, identità ed espressione di genere;
• attuazioni di azioni a supporto, anche in collaborazione con enti/associazioni/gruppi territoriali/regionali, a studenti facenti parte della Comunità Arcobaleno che si vengano a trovare in situazione di emarginazione;
• promozione momenti di conoscenza con le realtà della Comunità Arcobaleno, stabilendo rapporti di collaborazione e partnership;
• garanzia del diritto allo studio a studenti in transito attraverso l’applicazione della misura del doppio libretto.
Chiediamo inoltre che i dirigenti scolastici nell’ambito dell’autonomia di scelta formativa e dei PON, tengano conto delle proposte delle associazioni e del piano formativo, delle tematiche dell’identità di genere e lotta all’omofobia e transfobia.
CENTRI SPECIALIZZATI NEL PERCORSO DI TRANSIZIONE
Chiediamo un ampliamento dei centri nel territorio nazionale e regionale, a sostegno di quelli già esistenti. E’ noto che nella città di Bari ci sia uno squilibrio tra la quantità di lavoro e i dipendenti e formatori in organico.
PIANI SOCIALI DI ZONA
Chiediamo che nei piani sociali di zona venga introdotta la voce “Lotta all’Omo-Transfobia” nella lista degli interventi.
REGISTRO ANAGRAFICO DELLE UNIONI CIVILI
Chiediamo l’istituzione dei registri delle unioni civili finalizzato all’ampliamento delle graduatorie economiche e finanziarie, che i comuni riservano alle coppie legate da matrimonio civile e alle coppie iscritte ai suddetti, chiedendo la trascrizione, su richiesta, dei nuclei familiari anagrafici.
MODULISTICA
Chiediamo il cambio di dicitura nella modulistica scolastica e istituzionale da MADRE e PADRE a GENITORE e GENITORE, per far sì che i moduli siano più inclusivi possibile verso la molteplicità delle strutture familiari esistenti.
Pubblichiamo la dichiarazione di Francesca Chiavacci, presidente nazionale ARCI, sulla decisione del Ministro Angelino Alfano di ritornare al MEDIOEVO, chiedendo ai comuni la cancellazione della trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero.
“La decisione del Ministro Alfano di inviare una circolare ai Prefetti in cui chiede la cancellazione della trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero è anacronistica, ci fa pensare che si voglia tornare al Medioevo” – afferma Francesca Chiavacci, Presidente nazionale dell’Arci.
“La nostra legislazione nazionale in materia continua ad essere molto arretrata, nonostante il presidente del Consiglio in più occasioni abbia dichiarato l’impegno di introdurre significativi miglioramenti, per avvicinarla a quella della maggior parte degli altri paesi europei.
Sono stati invece i sindaci di molti comuni a prendere atto della realtà, sia attraverso l’introduzione dei registri delle unioni civili, che attraverso il riconoscimento dei matrimoni celebrati all’estero.
Oggi si vorrebbe vanificare tutto questo lavoro attraverso un intervento che viola ogni principio di autonomia degli Enti locali.
Ci chiediamo poi dove stia la necessità e l’urgenza di emanare, da parte del ministro degli Interni, un provvedimento di questo tipo, a meno che non consideri un tema che riguarda i diritti civili un problema di ordine pubblico. Ancora una volta il governo non solo non mantiene le promesse, ma addirittura adotta provvedimenti che ne rappresentano il capovolgimento”.
“L’ARCI – conclude Chiavacci – è al fianco dei sindaci che non intendono annullare le trascrizioni e si impegnerà, nei prossimi giorni, ad organizzare momenti di mobilitazione nelle città contro questo gravissimo provvedimento”.
Roma, 7 ottobre 2014